Un territorio scolpito dalle vigne

da Feb 2, 2022Blog, Featured0 commenti


L’Italia: un museo a cielo aperto di paesaggi disegnati dai vitigni. La bellezza del nostro Paese raccontata dal professor Luigi Moio.

Professor Moio condivide l’idea che i paesaggi italiani siano stati disegnati anche dai vigneti?
La viticoltura ha dato un contributo importantissimo al disegno del paesaggio italiano. Abbiamo una diversità incredibile di condizioni pedoclimatiche dalle Alpi fino alla Sicilia. Con un’enorme varietà di contesti geografici e di terreni che vanno da quelli calcarei, a quelle vulcanici, a quelli con rocce argillose. C’è tutto: e a queste realtà così differenti si sono adattati un gran numero di vitigni. Si pensi che la piattaforma ampelografica francese poggia su una decina, massimo dodici vitigni, che poi si sono diffusi un po’ dappertutto nel mondo e sono per questo diventati noti come i cosiddetti “vitigni internazionali”, noi ne abbiamo molti di più e tutti esclusivamente italici.


Come definirebbe il nostro Paese?

Direi che l’Italia è un museo a cielo aperto di vitigni e di sistemi di allevamento. L’uomo ha dovuto pensarne uno per ogni zona. Ci sono aree con i terrazzamenti a pergola, zone più pianeggianti dove c’è l’alberello, colline con sistemi a filari come il guyot e il cordone speronato. Questi giorni, questo momento di confinamento che ci sta facendo riflettere, ci deve servire per capire quanto sia bella la nostra Penisola. Tutti abbiamo sempre pensato di fare viaggi all’estero, di prendere aerei, trascurando spesso il nostro paese che, come tutti ben sappiamo, è il più bello del mondo.

Il vino è dunque bellezza?

L’Italia è il paese della bellezza assoluta, dell’armonia. Basti pensare alla Cappella Sistina, a Michelangelo, Leonardo, Botticelli, alle città, i borghi, le montagne, le colline, i litorali. Il mondo del vino rispecchia questa bellezza che all’estero, a volte, ci invidiano. Il fascino del vino è dato anche dalla sua variabilità: non esistono infatti vini sovrapponibili, uguali tra loro. Sono legate a contesti differenti. Ma anche alla ricchezza del cibo italiano. La nostra gastronomia assume caratteristiche differenti e speciali lungo tutta la Penisola ed il vino diventa fondamentale perché è indubbio che non esiste nessun’altra bevanda alcolica al mondo che si abbina così perfettamente al cibo. Il vino è un paradigma assoluto di diversità, o meglio di biodiversità, e tanti appassionati sono probabilmente attratti da questo suo essere “anti-standard” in un modo sempre più uniformato e globalizzato.

Quali sono i suoi territori del vino preferiti?

L’Italia del vino è bellissima dal nord al sud. È innegabile che alcune regioni, nel corso degli anni, sono diventate una sorta di biglietti da visita enoici dello Stivale, come il Piemonte e la Toscana, così come anche il Veneto, il Trentino e l’alto Adige. Ma al di fuori di queste che sono già molto famose, c’è tutto il resto che vale la pena visitare. Inviterei a scendere verso il Centro-Sud, cominciando dall’Umbria, l’Abruzzo, il Lazio, le Marche con il Verdicchio, la Campania che negli ultimi anni produce buonissimi vini bianchi, con ben tre vitigni il Fiano, il Greco e la Falanghina. Per non parlare della Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. L’Italia è veramente incredibile. A differenza della Francia che fa il vino in poche zone, da noi si può piantare ovunque. E non solo uva. È un paese che ha un clima favorevole ad un’agricoltura di altissima qualità. E tutta l’agricoltura italiana, finita questa crisi, dovrebbe davvero ricevere una maggiore attenzione nei programmi della politica nazionale.

C’è un nesso tra vino e bellezza del territorio?

Si, questo vale soprattutto per il vino di altissima qualità. Il grande vino è un progetto estetico a 360 gradi. Nella valutazione di un vino oltre ad alcuni requisiti minimi, cioè che sia armonico al gusto e non abbia assolutamente nessuna deviazione olfattiva, diventa fondamentale l’aspetto emozionale. Quindi un vino di grande qualità in un paesaggio bello diventa ancora più buono. Intervengono, in sostanza, alcuni fattori legati alla sfera delle neuroscienze ed al mondo emotivo.

Ciò’ che è bello diventa dunque anche buono?

Esattamente, le faccio un esempio personale. In questi ultimi anni ho viaggiato molto in treno per presentare il mio libro Il Respiro del vino. Durante i viaggi sono abituato ad ascoltare in cuffietta musica classica, guardando fuori dal finestrino. In alcuni tragitti ho notato un po’ di abbandono e di incuria di alcuni territori. Ho però rilevato che con una bella musica nelle orecchie la visione di un paesaggio non molto piacevole diventava più tollerabile.

Il bello influenza altri aspetti sensoriali?

Certo, una bella cantina circondata da un bel paesaggio predispone la mente ad un giudizio positivo. I maestri in questo sono stati i francesi con i loro Château di Bordeaux, curati nei minimi dettagli. Lo Château, ossia la bella residenza di rappresentanza, circondata da vigne curate come giardini, crea un contesto ambientale che trasmette piacere e tranquillità, diventando un formidabile amplificatore della bellezza del vino.

Anche il ricordo di un paesaggio può predisporre la mente ad un giudizio positivo?

Questo è un altro aspetto importante ed è uno dei motivi per cui i luoghi del vino andrebbero visitati ancora di più. Se assaggio un vino in un luogo bello mi porterò il ricordo di quel vino e di quel territorio. E come se il vino ci facesse viaggiare virtualmente, richiamando alla mente alcuni luoghi. Stappando un vino della Napa Valley mi viene subito da pensare alla California e così, allo stesso tempo, chi sta in California e degusta un vino irpino, ed è stato qui, penserà all’azienda e agli uomini che ci lavorano. È dunque fondamentale vedere di persona quello che c’è dietro una bottiglia: il paesaggio, le vigne, la cantina, gli uomini e le emozioni che lasciano le persone che si incontrano. Tutto questo va mostrato, illustrato, curato e raccontato ai consumatori con gentilezza ed estrema semplicità e autenticità.

Luigi Moio
È professore ordinario di enologia presso il dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e vicepresidente dell’OIV (Organizzazione mondiale del vino e della vigna). Da quasi trent’anni anni si occupa degli aspetti sensoriali, biochimici e tecnologici del vino ed è autore del best-seller “Il Respiro del vino”. Nel 2001 ha fondato, insieme alla moglie Laura, in Irpinia l’azienda vitivinicola Quintodecimo.

Di corsa tra le vigne

Di corsa tra le vigne

Dove si corre tra le vignein Italia? In Piemonte a Santo Stefano in Belbo (Cn) c’è il Trail del Moscato, tra le vigne delle Langhe patrimonio dell’Unesco. L’Ecomarathon del Chianti Classico, parte dagli spettacolari Castello di Brolio e Castelnuovo di Berardenga. I In...

Umbria: il cuore verde d’Italia.

Umbria: il cuore verde d’Italia.

Fino a pochi anni fa la regione Umbria era sconosciuta alla maggior parte delle persone che vivevano fuori dall'Italia. La Toscana era spesso chiamata Chiantishire per via dei molti stranieri che vi avevano casa. Poi l'Umbria ha cominciato ad attirare i giornali, per...

Origini della Viticultura Umbra (parte 2)

Origini della Viticultura Umbra (parte 2)

Nel 1278 Giovanni e Nicola Pisano inseriscono scene di vendemmia nella fontana di Maggiore di piazza IV novembre di Perugia. E alla fine del ‘400 il vino orvietano era talmente apprezzato che per gli affreschi nel Duomo il pittore Luca Signorelli, chiese come paga un...

Origini della viticoltura umbra (prima parte)

Origini della viticoltura umbra (prima parte)

L'Umbria venne abitata ad est del Tevere dagli Umbri, e ad ovest dagli Etruschi. Terni viene fondata nel 672 a.C. mentre Orvieto, Velz-na (poi Volsinii), la più antica e florida città etrusca, il cui nome sembra richiamare etimologicamente la parola vino, era sede del...

Viaggiare: non soltanto uno stile di vita

Viaggiare: non soltanto uno stile di vita

Viaggiare è uno dei modi migliori per uscire dalla propria zona di comfort. Aiuta a mantenere la mente aperta ai cambiamenti e migliora la concentrazione su ciò che conta davvero nella tua vita. Che senso ha comunque passare il tempo libero seduto su un divano? E...

Prezzi top per i vigneti italiani

Prezzi top per i vigneti italiani

“Comprati un pezzo di terra”, si diceva una volta. Ad averlo fatto qualche anno fa, soprattutto se sopra c’era una vigna, avremmo fatto l’affare della vita. Lo si evince da un’indagine del sito di informazione Wine News dal quale emerge che le quotazioni di alcuni...

Anfore testimoni della cultura del vino

Anfore testimoni della cultura del vino

L'opinione di Richard Hodges, archeologo Professore cosa possono raccontare le anfore ad un archeologo?Possono raccontare più di qualsiasi altro oggetto del mondo antico: del marmo, della pittura, dei gioielli, dei vetri. Lo studio del commercio di vino è stato...

Natale è alle porte: tenetevi in forma

Natale è alle porte: tenetevi in forma

Le vacanze arrivano e come ogni anno sarà una lotta per non mettere qualche chilo in più. Noi della Limace, amanti della buona tavola, vi auguriamo di mangiare solo le cose migliori. Ma ci raccomandiamo: restate in forma perché presto vi vogliamo tonici e pimpanti nei...

La misteriosa origine degli Etruschi

La misteriosa origine degli Etruschi

Il Sarcofago degli Sposi (530-510 a. C.), Museo Nazionale Etrusco, Roma Il territorio etrusco Gli Etruschi sono una delle più antiche civiltà vissute in Italia tra l'VIII secolo a.C. e agli inizi del III secolo a.C., nelle zone geograficamente attribuibili oggi a...

Ecco i nostri itinerari